Don Domenico Labellarte nacque a Valenzano il 17 maggio del 1921. A nove anni già avvertì fortemente la chiamata al sacerdozio e alla vita missionaria. Nel 1936 entrò nel Seminario Arcivescovile di Bari; dal 1941 risiedette nell’Almo Collegio Capranica di Roma, frequentando gli studi presso l’Università Gregoriana. A causa della salute cagionevole il rettore del collegio gli consigliò di tornarsene a casa, manifestandogli le proprie perplessità sulla realizzazione della sua vocazione al sacerdozio, da lui tanto desiderata. Il 31 Gennaio 1943 lasciò quindi la capitale, carico di libri e di delusione.

In tali condizioni di spirito, arrivato alla stazione di Benevento, si ricordò di un frate chiamato Padre Pio, di cui aveva sentito parlare da una sua cugina. Decise di fermarsi a Foggia e proseguire per San Giovanni Rotondo. Il 2 febbraio 1943, si confessò da Padre Pio, cui chiese piangendo : “Sarò sacerdote?”. Il santo frate lo rassicurò con queste parole : “Si, sarai sacerdote ed anche missionario”. Do-po due mesi, perfettamente ristabilito in salute, riprese gli studi, superando sorprendentemente negli esami finali tutti i suoi compagni.

Da quel momento la guida, l’incoraggiamento e i consigli del santo cappuccino lo avrebbero sostenuto per un arco di ben ventisei anni di vita.

 

MAGGIO 1943

Verso la metà del maggio 1943, nella cappella del collegio Capranica a Roma, davanti al quadro di sant’ Agnese, il giovane seminarista ricevette una triplice ispirazione:

1. elevare la vita sacerdotale nei ministri e nel popolo di Dio;

2. formare persone che sostengano i sacerdoti nei loro bisogni, specialmente pastorali;

3. favorire la fraternità sincera e fattiva fra tutti, regolari e secolari.

Questa ispirazione avrebbe costituito la base della futura Opera “… al servizio della Divina Misericordia”, confermata da Padre Pio il 22 agosto 1943, con queste parole: “ Non sei tu, ma è Dio che lo vuole!”. Sarà anche Padre Pio a spingere il giovane Domenico a realizzare concretamente questa i-spirazione, iniziando dai suoi compagni seminaristi insieme ai quali avrebbe pregato e aiutato i poveri di Roma. Così prende vita l’Associazione Catena della Grande Misericordia.

L’11 Agosto 1946 venne ordinato sacerdote a Valenzano.

Un anno dopo, Padre Pio dissuase il giovane sacerdote dal continuare gli studi a Roma e lo invitò a fermarsi a San Giovanni Rotondo per formarlo spiritualmente. In quell’occasione gli ordinò: “Lascia tutto e prendi solo la Bibbia”. D’ora in poi, l’ubbidienza a questa frase avrebbe guidato don Domenico ad un’assidua meditazione della Parola di Dio, i cui frutti trasmise agli altri in forma molto semplice e chiara, tanto da essere definito poi una “Bibbia parlante”.

Inoltre Padre Pio gli consegnò il libro “Passione di Gesù Cristo” con le parole: “Prendilo e meditalo tutti i giorni”. A sua volta don Domenico lo avrebbe affidato, in modo particolare, alle Apostole e agli Apostoli di Gesù Crocifisso, con la stessa raccomandazione.

Dopo tre anni di tirocinio pastorale a San Giovanni Rotondo, don Domenico ritornò al suo paese nativo. Nominato parroco della chiesa di San Rocco a Valenzano, svolgerà con zelo e spirito di sacrificio il suo ministero fino al 1989.

Da qui gettò le basi dell’Opera, con un nucleo di ragazze consacrate che sarebbero state le future – Ancelle della Divina Misericordia -, Istituto secolare femminile, al quale si sarebbe affiancato l’Istituto secolare maschile – Servi della Divina Misericordia -. Ambedue gli Istituti, insieme alle Attività, formeranno – l’Opera … al servizio della Divina Misericordia -.

Il 23 settembre 1968, presso la bara di Padre Pio, don Domenico sentì una fortissima ispirazione: “Integra l’Opera innalzando il mistero della Redenzione, Passione, Morte e Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo che tu hai visto realizzato in me!”. Nacquero così due Istituti religiosi: gli Apostoli di Gesù Crocifisso e le Apostole di Gesù Crocifisso, con la specifica spiritualità di amare e fare amare la preghiera e il sacrificio, prendendo lo stesso Padre Pio come esempio da imitare.

Negli anni seguenti sorsero due Associazioni laicali: il Movimento Apostolato della Divina Misericordia e le Famiglie in Comunione di Vita e di Azione.

Già dall’anno 1963 don Domenico, sempre incoraggiato da Padre Pio, diede inizio alle giornate di ritiro spirituale svoltesi ogni 13 del mese nonché agli esercizi spirituali mensili aperti a tutti e predi-cati a San Giovanni Rotondo. Ubbidiente al consiglio di Padre Pio: “Dai da mangiare ai figli ciò che mangi tu”, il Labellarte celebrava con i fedeli la liturgia delle Ore, mettendo tra le loro mani la bibbia, affinché fossero in grado di seguire più attentamente la meditazione quotidiana.

Questo suo ardente desiderio di collaborazione con Gesù per la salvezza delle anime sfociarono in frequenti viaggi missionari: in Italia, in Francia, in Germania, in Polonia, in America, in Messico, in Venezuela, ai quali il don Domenico diede sempre la priorità, nonostante i molteplici impegni pastorali. Nella sua parrocchia di Valenzano ripetutamente organizzava le missioni popolari, inviando i missionari casa per casa.

Per raggiungere il maggior numero di anime, don Domenico utilizzò, sin dai primi anni ’50, tutti i mezzi possibili: registratori e megafoni per predicare sulle piazze, la stampa dei bollettini, la radio.

L’intensa attività non ostacolò mai don Domenico nella vita di orazione, considerata sempre una priorità, che con il passar degli anni si andò intensificando sempre più. Una lunga esperienza sacerdotale nel servizio alle anime lo fece diventare una delle più stimate guide spirituali.

D’altre parte nemmeno l’età avanzata poté distoglierlo dai suoi impegni, anzi prese ad organizzare giornate di approfondimento della Parola di Dio e dell’insegnamento di Padre Pio; per di più, egli prese a curare la formazione dei medici e del personale paramedico della Casa del Sollievo della Sofferenza, mentre continuava a guidare la meditazione biblica mattutina.

A causa di una caduta occorsagli nel 2012 la salute di don Domenico e la sua efficienza fisica cominciarono pian piano ad indebolirsi, ma non sarebbe venuto mai meno il suo amore per la Chiesa e il suo zelo per la salvezza delle anime, con la preghiera incessante e l’offerta continua della sofferenza.

Il 17 maggio 2021 arrivava alla eccezionale traguardo dei cento anni di vita, mentre l’11 agosto al 75° anniversario di sacerdozio.

L’11 novembre successivo, circondato dalle preghiere incessanti, e dall’affetto e dalla cura instancabile dei suoi figli spirituali, si spegneva a San Giovanni Rotondo.

 

 







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È morto Don Domenico Labellarte. Il suo racconto su Padre Pio

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