Scritto da p. Tommaso Pio Fatone | Categoria: A Proposito di Noi | Pubblicato il 23/04/2025
Quando papa Benedetto annunciò al mondo le sue dimissioni l’11 febbraio di 12 anni fa e si cominciava a pensare al suo possibile successore, da molti si auspicava che i cardinali eleggessero un papa speciale, magari francescano, perché testimoniasse al mondo che la Chiesa non è il Vaticano con tutte le sue strutture e le sue presunte ricchezze, la pedofilia e gli altri scandali (spesso pompati ad arte dai media), ma quello che essa è veramente, ossia una Chiesa povera al servizio dei poveri, nonostante le incoerenze e i peccati dei suoi membri.
Ricordiamo il clima chiaramente ostile alla Chiesa che si respirava in quel periodo, con un papa troppo spesso preso di mira dai potenti media a causa della sua intransigente difesa dei valori non negoziabili, e con una Chiesa sempre più screditata dai tanti scandali.
Scritto da p. Tommaso Pio Fatone | Categoria: Formazione | Pubblicato il 15/04/2025
Siamo ormai alle soglie della Pasqua di Risurrezione, evento talmente decisivo per la nostra fede che, a quelli che mettevano in dubbio la possibilità di risorgere dai morti, San Paolo giustamente replicava che “se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede” (1Cor 15,14).
Nella predicazione apostolica, infatti, il centro dell'annuncio cristiano del Vangelo consisteva nell’affermazione della morte e risurrezione di Gesù Cristo (kerigma). I vangeli stessi, inoltre, si sono formati proprio intorno al Passio – ossia della passione, morte e resurrezione di Cristo - racconto che è stato proclamato domenica scorsa, detta appunto delle Palme e della Passione del Signore, nella versione di Luca, e che viene riproposto il venerdì santo nella versione giovannea.
La centralità del Triduo Pasquale nell’anno liturgico è messa in evidenza dalle norme liturgiche, che così recitano:
Scritto da Myriam Maglienti | Categoria: Cultura | Pubblicato il 11/04/2025
“Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno” [Filippesi 1,21]
Uno dei più importanti Padri della Chiesa, Sant’Agostino, disse: “non si perdono mai coloro che amiamo perché possiamo amarli in Colui che non si perde mai”.
Le parole di Agostino d’Ippona suonano limpide a distanza di Trent’anni dall’ascesa in Cielo della piccola, grande ed angelica Serena Chiarello. Il giorno 17 giugno, in ricordo della figlioletta, papà Accursio e mamma Maria decisero di celebrare una messa per festeggiare la suddetta ricorrenza. Divulgarono la notizia ed invitarono molta gente, ma mai così tanta rispetto a quella che si presentò in chiesa. La Badia Grande, una delle chiese più antiche di Sciacca nel cuore del quartiere San Michele, era colma di gente. Non solo i familiari della coppia o i fratelli e sorelle di Serena furono presenti, ma anche tutti coloro che attraverso la testimonianza di vita hanno avuto, con il tempo e gli anni, conosciuto Serena e la sua storia. Sono davvero tante le testimonianze di cui vi vorrei parlare, in particolare mi soffermerò sulla lettera che la pediatra della piccola Serena ha scritto in occasione della messa celebrata alla chiesa del Sacro Cuore di Sciacca, in onore di un altro giovane che a breve diventerà Santo e, come Serena, ha sperimentato l’autostrada per il cielo: Carlo Acutis. Qualche mese prima della celebrazione di cui vi continuerò a parlare, la pediatra Vittoria Agnello racconta:
Scritto da P. Tommaso Pio Fatone | Categoria: A proposito di Noi | Pubblicato il 03/04/2025
Da alcuni giorni, dalle ore 21, si pregava nella parrocchia del Divin Salvatore in Zagarolo per il papa morente; così anche quel sabato sera del 2 aprile 2005. Terminata la recita del quarto mistero doloroso, mi avvicinai all’altare, perché di lì a poco avrei dato la benedizione col Santissimo, quando cominciò a squillare il telefono in sacrestia. Indugiai un po’, quindi mi decisi a rispondere. Dall’altro capo del telefono una catechista che mi avvisava che Giovanni Paolo II era appena spirato. Tornai quindi in presbiterio a dare la triste notizia, con l’emozione di stare vivendo quel momento così straordinario, ancorché doloroso, in preghiera con la parrocchia.