Al momento della morte di san Pio da Pietrelcina (23 settembre 1968) l’ “Opera al servizio della Divina Misericordia”, a partire dalle ispirazioni fondanti avute da don Domenico Labellarte nel maggio 1943, poteva contare a livello associativo sull’embrione di quella che sarebbe poi diventata la “Catena della grande Misericordia”, la cui spinta iniziale era venuta da san Pio stesso già nel 1943 e che si proponeva legare alla Madonna e tra di loro in vista di un apostolato fecondo vescovi, sacerdoti e diaconi, regolari e secolari; mentre, a livello laicale, l’associazione poi chiamata “Movimento Apostolato della Divina Misericordia”. A livello, invece, di consacrazione specifica l’Opera comprendeva nel ramo femminile l’Istituto secolare delle “Ancelle della Divina Misericordia”, che il 26 luglio 1967 già aveva ottenuto la prima approvazione pontificia; mentre nel ramo maschile, per i sacerdoti la “Pia Unione Sacerdoti della Divina Misericordia” e per i laici la “Pia Unione Servi della Divina Misericordia”, successivamente unificate nell’Istituto secolare clericale dei “Servi della Divina Misericordia”. Davanti alla salma di san Pio, presso la quale don Domenico poté sostare da solo dalle ore 8 alle 8,30 di quel 23 settembre, egli ebbe un’altra forte ispirazione. Fu come se il santo stesso gli suggerisse: “Integra l’Opera: innalza il mistero della Redenzione, Passione, Morte e Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, che tu hai visto realizzato in me!”. Egli comprese che l’Opera andava completata con due istituti religiosi, uno maschile e l'altro femminile, che amassero e facessero amare la preghiera e il sacrificio, giacché il mistero dell’Incarnazione non può realizzarsi in noi senza abbracciare la Croce. Confermato in questa ispirazione all’inizio del 1971 a Collevalenza da Madre Speranza di Gesù, don Domenico prudentemente cominciò a reclutare le prime persone desiderose di vivere quell’ideale, cominciando già nel 1971 con il ramo femminile. Il 25 marzo 1973 S. E. Mons. Michele Mincuzzi, ausiliare di Bari, costituì in un’unica Pia Unione l’incipiente sodalizio “Apostoli e Apostole di Gesù Crocifisso”, che in seguito, però, seguì un cammino giuridico distinto, nella divisione tra ramo maschile e femminile. Nel 1975 un nutrito gruppo di seminaristi, tra cui nove italiani e nove francesi, alcuni dei quali avrebbero dovuto iniziare il ramo maschile degli “Apostoli di Gesù Crocifisso”, entrò al fine della formazione teologica nel Pontificio Seminario di Chieti. Nel 1977 essi furono accolti nella Diocesi Suburbicaria di Palestrina, dove iniziò l’iter per l’approvazione come istituto religioso di diritto diocesano.

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È morto Don Domenico Labellarte. Il suo racconto su Padre Pio

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