Ogni zona della terra che viene colpita piange i suoi morti; reagisce, per quanto possibile, per riprendere la vita normale, riceve un po’ di aiuti dallo stato, ove lo stato se lo può permettere, da un paese o un altro, se non dai soliti organismi che intervengono di volta in volta con aiuti umanitari. Il problema comunque rimane e nonostante ci si riunisca per le periodiche conferenze climatiche i progressi sono pochi in confronto ai fallimenti, si parla ma poi tutto continua come prima. Chi inquina di più è reticente a fermarsi perché spesso gli interessi economici in gioco sono importanti.
Nell’esortazione apostolica ““Lodate Dio” Papa Francesco fa notare che “per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti. Nessuno può ignorare che negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni estremi, frequenti periodi di caldo anomalo, siccità e altri lamenti della terra che sono solo alcune espressioni tangibili di una malattia silenziosa che colpisce tutti noi. È vero che non tutte le catastrofi possono essere attribuite al cambiamento climatico globale. Tuttavia, è verificabile che alcuni cambiamenti climatici indotti dall’uomo aumentano significativamente la probabilità di eventi estremi più frequenti e più intensi”.
Davanti a queste nuove e tragiche situazioni estreme che l’uomo vive sulla terra, oggi più che mai i mezzi di comunicazione ci permettono di vedere in pochi istanti quello che accade in ogni parte del mondo. La frequenza di eventi estremi legati al cambiamento climatico sta diventando una condizione alla quale ci abituiamo, forse fino a quando non saremo colpiti noi stessi.
E’ davanti a questa situazione tanto visibile e alla quale l’occhio dell’uomo si sta abituando a guardare senza vedere che Papa Francesco invita con insistenza: “È quindi urgente una visione più ampia, che ci permetta non solo di stupirci delle meraviglie del progresso, ma anche di prestare attenzione ad altri effetti che probabilmente un secolo fa non si potevano nemmeno immaginare. Non ci viene chiesto nulla di più che una certa responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo”.
Ricordare qui gli eventi dolorosi, effetti del cambiamento climatico, che accadono nel mondo sotto i nostri occhi, non è tanto necessario per informare su ciò di cui siamo già a conoscenza, quanto per suscitare maggiormente l’impegno alla preghiera e all’apostolato per la conversione del cuore dell’uomo. Senza la conversione non è possibile capire e vivere secondo la vera scala dei valori del Creatore dell’universo; mi dimentico di essere una semplice creatura nel mondo che deve rispetto e impegno per custodire il dono ricevuto da Dio.
Il clima è sempre cambiato nel corso della storia della Terra; quello che spaventa oggi è la velocità con cui sta avvenendo in questi ultimi decenni. Sebbene la scienza ammetta cause naturali del cambiamento climatico, tuttavia bisogna anche ammettere che alla radice del disordine nella natura, c’è una ferita nell'intimo dell'uomo, come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Alla luce della fede noi la chiamiamo il peccato: cominciando dal peccato originale, che ciascuno porta dalla nascita come un'eredità ricevuta dai progenitori, fino al peccato che ciascuno commette, abusando della propria libertà».
Perché – dice il Sommo Pontefice - un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso.
Dobbiamo tutti ripensare alla questione del potere umano, al suo significato e ai suoi limiti. Il nostro potere, infatti, è aumentato freneticamente in pochi decenni. Abbiamo compiuto progressi tecnologici impressionanti e sorprendenti, e non ci rendiamo conto che allo stesso tempo siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza. Si può ripetere oggi con l’ironia di Solov’ëv: «Un secolo così progredito che perfino gli era toccato in sorte di essere l’ultimo». Ci vuole lucidità e onestà per riconoscere in tempo che il nostro potere e il progresso che generiamo si stanno rivoltando contro noi stessi. (28)
Eleviamo costantemente la preghiera a Dio nostro Padre perché tutti i suoi figli e figlie nel mondo, riconoscano il Suo amore misericordioso in modo da comprendere anche il suo progetto di amore per il quale ha creato ogni cosa nell’universo.
Sin dalle prime pagine della Bibbia noi leggiamo che Dio ha creato e affidato tutto il creato all’uomo ma non senza un limite. Difatti, Dio disse: “…ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire" (Gen 2, 17).
Ci vuole umiltà perché l’uomo riconosca che non tutto gli è permesso. C’è un limite imposto da Dio e che va rispettato per non rischiare la morte. La grandezza dell’uomo si manifesta solo nella misura in cui egli aderisce alla legge di Dio: “amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, e con tutte le forze e amare il prossimo come se stesso” (Mc 12,28). La conversione dell’uomo alla divina volontà è l’unico mezzo per salvare se stesso e contribuire alla custodia del creato.