Scritto da Myriam Maglienti | Categoria: Cultura | Pubblicato il 11/04/2025
“Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno” [Filippesi 1,21]
Uno dei più importanti Padri della Chiesa, Sant’Agostino, disse: “non si perdono mai coloro che amiamo perché possiamo amarli in Colui che non si perde mai”.
Le parole di Agostino d’Ippona suonano limpide a distanza di Trent’anni dall’ascesa in Cielo della piccola, grande ed angelica Serena Chiarello. Il giorno 17 giugno, in ricordo della figlioletta, papà Accursio e mamma Maria decisero di celebrare una messa per festeggiare la suddetta ricorrenza. Divulgarono la notizia ed invitarono molta gente, ma mai così tanta rispetto a quella che si presentò in chiesa. La Badia Grande, una delle chiese più antiche di Sciacca nel cuore del quartiere San Michele, era colma di gente. Non solo i familiari della coppia o i fratelli e sorelle di Serena furono presenti, ma anche tutti coloro che attraverso la testimonianza di vita hanno avuto, con il tempo e gli anni, conosciuto Serena e la sua storia. Sono davvero tante le testimonianze di cui vi vorrei parlare, in particolare mi soffermerò sulla lettera che la pediatra della piccola Serena ha scritto in occasione della messa celebrata alla chiesa del Sacro Cuore di Sciacca, in onore di un altro giovane che a breve diventerà Santo e, come Serena, ha sperimentato l’autostrada per il cielo: Carlo Acutis. Qualche mese prima della celebrazione di cui vi continuerò a parlare, la pediatra Vittoria Agnello racconta:
≪Sono stata la pediatra di Serena che ho seguito in tutto l’arco della sua esistenza terrena e che ha sempre un posto nel mio cuore. Serena è, ne sono certa, un angelo accanto a nostro Signore perché ha vissuto tutta la sua vita con lo sguardo rivolto al cielo e in una bambina può essere solo opera di Dio. Ma perché, dopo tanti anni ne sto parlando ora? Da qualche mese sto combattendo contro una patologia tumorale e ho completato da poco un ciclo di trentadue sedute di radioterapia, durante le quali, nei circa quindici minuti di immobilità assoluta, pregavo ma avevo sempre presente il sorriso di Serena. Non so perché ho incontrato il suo sorriso ma so che niente avviene a caso, così tornando a Sciacca ho sentito il bisogno di parlarne con la sua mamma. Per affrontare questa prova nella mia vita prego il Signore di sostenermi e aiutarmi ma non posso sapere qual è la sua volontà, se mi permetterà ancora una volta di fare mio il salmone 117 o se è venuta per me l’ora di raggiungerlo. Serena, con il suo sorriso, mi starà accanto come sta accanto a tutti i suoi cari, per portare tutti ad alzare lo sguardo verso il cielo. ≫
Intanto, alla messa del 17 giugno delle ore 18:30 si presentarono anche gli ex compagni di scuola elementare e la maestra che seguì la classe della piccola Serena. Proprio la maestra Anna Roncone ha voluto raccontare dei momenti trascorsi con l’alunna angelo, con cui ha condiviso tanta sofferenza:
≪Serena … che dire! L’ho vista arrivare bella come il sole, con in testa un cappellino … un’apparizione! I compagnetti di prima elementari, attratti da quei suoi meravigliosi occhi e dai suoi modi particolari, facevano a gara per starle vicino. E Serena, sempre come una calamita. Alternava momenti di spensieratezza a momenti piuttosto difficili. Qualche volta faceva capricci, ma sempre con dolcezza e quasi ironizzando sulla sua situazione. La sua famiglia le ha fatto vivere quella “Via Crucis” con infinito affetto, con leggerezza e fede…≫
Ed ancora continua: ≪Era orgogliosa di avere fatto la prima comunione a Lourdes, lo comunicava con gioia ai suoi compagni e all’insegnante. Purtroppo, ad un certo punto, le sue condizioni si sono aggravate e abbiamo voluto darle la gioia della promozione, consegnandole anticipatamente la pagella di fine anno. Serena, con la sua sofferenza, ha fatto tanto bene a noi tutti. I genitori degli alunni della classe sono diventati più che parenti, c’era tra di loro la vera “compassione”, il soffrire assieme. Sembra che ancora oggi sia rimasto un legame particolare, anche dopo che Serena è volata in cielo, lo dimostro attraverso un altro evento. Nell’ottobre del 1995, un giorno vedo arrivare a scuola la mamma di Serena, la cara Maria, che mi chiede come sto. Io le comunico che proprio in quei giorni mio padre era tornato alla casa del Padre. Maria mi riferì che aveva sognato Serena che le diceva ripetutamente: “la maestra piange”. Io non posso fare altro che invocare “santa Serena”.≫
Ogni messa in onore di Serena ha qualcosa di speciale, così anche in occasione dei suoi Trent’anni un ex compagna di scuola prese coraggio e lesse una riflessione che aveva in verità un sapore di lettera spedita nel paradiso dell’Eden:
≪"Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ore io vivo, questi orizzonti senza fine, questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti se mi ami...
Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio nella sua straordinaria bellezza....
Le cose di un tempo sono così piccole al confronto, mi è rimasto l'amore di te, una tenerezza dilatata che tu neppure immagini.... Pensa a questa casa ove un giorno saremo tutti riuniti oltre la morte.....”
Queste sono alcune strofe della poesia di Sant'Agostino che ci hanno consolato dopo la tua perdita e che ci consolano tutt'oggi a distanza di 30 anni. Quante volte le abbiamo lette, così tante da impararle a memoria. Erano scritte all'interno di un bigliettino bianco con dentro una tua bellissima foto: occhi scuri e profondi, sorriso accennato, capelli lunghi e ondulati. Il tuo sguardo metteva una serenità speciale che non apparteneva a questo mondo.
Questo cartoncino era stato donato dai tuoi genitori alla maestra Anna che lo aveva a sua volta consegnato a noi compagnetti della sezione G del plesso San Francesco, qualche tempo dopo la tua scomparsa. E noi oramai "ex bambini" quel cartoncino lo conserviamo ancora adesso come il più prezioso dei tesori. Così come conserviamo vivo il ricordo di te che sei rimasta nel cuore.
Per noi è stato un dono grande aver condiviso, seppur per poco tempo, quei banchi di scuola con te ed è stata una ricchezza enorme avere conosciuto te, la tua famiglia e la tua storia.
Quando sei volata in cielo la mia mamma non aveva ancora trovato il coraggio di comunicarmelo, il giorno del funerale, mi aveva detto che sarebbe andata al funerale del vecchio zio di una sua amica. Ma non è servito mentire, tu mi avevi salutata in sogno e quando giorni dopo mia mamma mi ha parlato della tua dipartita io ho risposto che sapevo già tutto perché eri stata tu stessa a dirmi che eri già in cielo. Ed è ancora lì che ti immagino quando ti penso, in una cameretta azzurra con il tetto fatto di nuvole e un pesciolino rosso in una boccia di vetro poggiato sul comodino. Che corri felice e spensierata tra distese di fiori nella Grazie di Dio e accogli tutti quelli che lasciano questa terra per tornare a lui.
Grazie Sere perché nel tuo breve passaggio hai riempito tanti cuori d'amore e hai convertito tante anime e hai reso noi, prima bambini maturi e poi adulti, in grado di apprezzare meglio le piccole gioie della vita ma anche di superare con una forza nuova i periodi più duri.
Grazie Sere per la tua testimonianza di fede, forza e coraggio. Noi oramai ex compagnetti della II G non ti dimenticheremo mai, ti sentiamo sempre vicina e mai ti faremo mancare un fiore e una preghiera.≫
Dopo quelle parole, dalle informazioni ricavate dai presenti, era emblematica una sensazione comune. Molti raccontarono di respirar un senso generale di pace, di silenzio e di comunione. La gente presente era speranzosa di scrutare, in qualche momento celebrativo, un segnale della piccola amica.
Parole, quelle di Teresa Billera che hanno solo la finalità di raggiungere le grazie Divine.
Questa scelta meditata della famiglia Chiarello, che va ad unire la fine e l’inizio della nuova vita, si completa a distanza di 9 giorni dal 17 giugno quando i coniugi decisero di partire per ritrovare Serena esattamente dove l’avevano lasciata...
Questo fu l’inizio del giorno solenne.
Restate e continuate a leggere il prossimo articolo, Serena ha molto ancora da raccontarvi.