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Scritto da Maria Grazia Labellarte | Categoria: Cultura  |  Pubblicato il 11/04/2024 

“La libertà religiosa è un diritto orfano della Dichiarazione Universale dei diritti umani, ossia è assai poco ambita e ricercata, pare che i leader dei paesi membri dell’ONU non siano ancora maturi per un dibattito vero su questo argomento”.
Persecuzione dei Cristiani e Report 2024, ne parliamo con Cristian Nani - presidente di Porte Aperte, base italiana di Open doors International, monitor internazionale e di analisi della persecuzione dei Cristiani, nel mondo.
Ci racconta Porte Aperte e come praticamente supporta i cristiani perseguitati nel mondo?

Porte Aperte è la base italiana di Open Doors International, un’agenzia missionaria nata quasi 70 anni fa (nel 1955) dall’intuizione e la passione di un giovane olandese, Anne Var der Bijl, che divenne poi noto come “Fratello Andrea”, il quale fu profondamente toccato dal vedere come la libertà religiosa dei cristiani oltre la Cortina di Ferro venisse violata costantemente. Decise di andare incontro alla prima necessità che gli venne esposta: Bibbie, un libro sempre più proibito in quella parte del mondo.
Da qui nacque un movimento di persone disposte a cimentarsi in pericolosi viaggi oltre Cortina per distribuire ai cristiani sovietici letteratura cristiana: “Il Contrabbandiere di Dio”, la biografia con cui Anne Var der Bijlraccontava questi viaggi e gli inizi dell’agenzia Open Doors, vendette milioni di copie e divenne un boost per l’organizzazione oggi impegnata nella ricerca sul campo di cause e soluzioni alla persecuzione, fornendo supporto materiale, aiuti di emergenza, letteratura, formazione e assistenza ai cristiani che soffrono a causa della loro fede.
Siamo attivi in oltre 70 paesi di persecuzione con circa 25 basi in paesi liberi come l’Italia. Negli ultimi 30 anni è cresciuta la nostra esposizione per via della World Watch List (WWL), una ricerca che converge in una mappa dei primi 50 paesi dove più c’è persecuzione al mondo.
Principalmente in Italia le nostre aree di intervento sono: raccolta fondi per i progetti sul campo di sostegno pratico e spirituale; sensibilizzazione e mobilitazione attraverso la ricerca e il patrocinio (WWL in testa); ed edificazione dei cristiani italiani tramite convegni, conferenze e risorse ad hoc che sfidino la cristianità occidentale.
La persecuzione avviene in modalità diverse a seconda dei paesi e/o Confessioni Cristiane?
Sì, ci sono fonti diverse e drivers diversi che interagiscono in modi e intensità specifiche. Precisiamo che la nostra ricerca abbraccia tutte le confessioni cristiane, analizzando 4 tipologie di comunità cristiana:
Comunità di espatriati o di immigrati,
Chiese storiche (come quelle cattoliche, ortodosse e protestanti tradizionali),
Comunità protestanti non tradizionali (come gli evangelici, i battisti, i pentecostali e tutti gli altri gruppi di cristiani non inclusi nelle prime due categorie),
Comunità di convertiti al cristianesimo (dall’islam, dall’induismo ecc., spesso i più colpiti dalla persecuzione).
Abbiamo sviluppato una metodologia di ricerca, certificata da un istituto esterno, che abbraccia le 5 sfere della vita del cristiano proprio per poter misurare la violazione della libertà di fede in qualsiasi paese/circostanza. Tali sfere sono il privato, la famiglia, la comunità, la chiesa, la vita pubblica, a cui si aggiunge la violenza come elemento a parte, in cui riportiamo il numero di eventi violenti effettivi (uccisioni, torture, aggressioni, ecc.), mentre la minaccia di violenza è registrata nelle suddette 5 sfere della vita del cristiano.

Le fonti di persecuzione da noi individuate sono 9: oppressione islamica, nazionalismo religioso, antagonismo etnico, oppressione tribale, protezionismo denominazionale, oppressione comunista e post-comunista, intolleranza secolare, paranoia dittatoriale e infinecrimine organizzato e corruzione. Se mi chiede quale sia la fonte principale, direi oppressione islamica, ma è importante precisare che queste fonti si integrano con fattori endemici, per cui ogni paese presenterà una o più fonti, unite a rilevanti condizioni interne alla società in esame.
I drivers sono i più vari: dai governi ai leader religiosi, da gruppi religiosi a gruppi ideologici e/o gruppi paramilitari, da normali cittadini (magari riuniti in folle) alla famiglia estesa, da cartelli e organizzazioni criminali a organizzazioni multilaterali.
Nella WWL 2024 ancora una volta si registra il più alto livello di persecuzione da quando la WWL viene pubblicata, confermando l’aumento costante degli ultimi anni. Altro segno visibile del declino della libertà religiosa dei cristiani nel mondo è il fatto che dall’edizione del 2021 troviamo nella mappa dei primi 50 paesi solo nazioni con un livello molto alto ed estremo di persecuzione e discriminazione, scomparendo quindi il livello alto. Salgono a oltre 365 milioni nel mondo (erano 360 nella WWL 2023) i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede: globalmente 1 cristiano ogni 7 è toccato da questo fenomeno, che divisi in macro-aree geografiche diventano: 1 cristiano ogni 5 in Africa; 2 cristiani ogni 5 in Asia e 1 ogni 16 in America Latina.
Le uccisioni di cristiani per motivi legati alla fede diminuiscono leggermente a 4.998 da 5.621 (2023): è la Nigeria a determinare questa diminuzione, visto che là le uccisioni passano da 5.014 a 4.118, un calo dei primi mesi dell’anno in concomitanza con le elezioni nazionali (febbraio/marzo 2023); purtroppo, poi i massacri sono ripartiti a pieno ritmo. Ricordiamo che queste cifre vanno ritenute “conservative”.
Impressionante il dato degli attacchi e/o chiusure/confische di chiese e proprietà pubbliche cristiane (ospedali, scuole e simili): addirittura 14.766 (da 2.110 WWL 2023), soprattutto per effetto della strategia di oppressione della Cina (da sola oltre 10.000 casi): va segnalato che dal 2016 ad oggi oltre 30.000 chiese sono state chiuse, confiscate o distrutte in Cina!

La cosiddetta “persecuzione digitale” rimane uno degli strumenti più efficaci usati dal governo cinese per limitare la libertà religiosa: il cosiddetto “modello cinese” di controllo della popolazione e sviluppo senza diritti viene pericolosamente emulato da altri stati, a cui la Cina esporta tecnologia a tal scopo.
Andiamo a World Watch List 2024. La scorsa settimana vi sono state aperte le Porte Istituzionali. Ci racconta l'evento?
Grazie ai progetti di sostegno pratico dei cristiani perseguitati in oltre 70 paesi, Porte Aperte è stata in grado di creare reti locali che da 31 anni sono una delle componenti essenziali della ricerca sul campo; a queste reti si aggiungono ricercatori nazionali (che raccolgono informazioni nella loro nazione), esperti esterni (che forniscono informazioni di altre fonti nazionali e internazionali per un cross-check costante) e un team ad hoc di analisti (che combina tutte le ricerche per redigere il risultato finale), per un totale di circa 4.000 persone coinvolte e la produzione di circa 2.500 pagine di report ogni anno, tra analisi, questionari, trend e dossier delle singole nazioni: questa è la World Watch List (WWL) che ogni anno lanciamo in molti paesi nello stesso momento attraverso eventi di vario genere. In Italia abbiamo scelto per il quinto anno consecutivo, una conferenza presso la sala stampa della Camera dei Deputati, invitati dall’Intergruppo Parlamentare per la libertà religiosa dei cristiani, promosso da deputati di vari partiti e il cui ideatore e maggiore promotore è l’on. Andrea Delmastro Delle Vedove.
L’evento è andato molto bene, erano presenti alcuni parlamentari e giornalisti di varie testate. La WWL ormai è ripresa dalle maggiori testate nazionali e internazionali, utilizzata da istituti di ricerca e promossa nei dibattiti in forum internazionali.
Ci sarà un proseguimento?
Sì, in campo istituzionale, andrò io stesso a Bruxelles il 14 febbraio all’Europarlamento, per una conferenza di presentazione dei risultati di questa ricerca alla presenza di eurodeputati vari, esperti e testimoni dal campo. L'evento sarà moderato dall'eurodeputata Miriam Lexmann (PPE), mentre il discorso di apertura sarà pronunciato dall'eurodeputata Patrizia Toia (S&D).
Oltre a questo, Porte Aperte lancerà a marzo un altro report, figlio della WWL e ormai giunto alla settima edizione, denominato "report sulla persecuzione specifica di genere", che analizza come uomini e donne cristiani siano discriminati/perseguitati in modi e con strumenti diversi proprio in virtù del loro genere.
Quanto è insicuro oggi il Medio Oriente per i Cristiani?
Oramai il Medio Oriente, culla del cristianesimo, non è più “casa” per i cristiani. Questo ci dicono sul campo le migliaia di persone che aiutiamo attraverso i nostri Centri di Speranza in Siria e Iraq, chiese trasformate in centri di aiuto per la popolazione che durante questa decade buia hanno catalizzato aiuto e, appunto, speranza. Più di un decennio di guerra civile in Siria aveva già disperso e diminuito la presenza cristiana in quel Paese; poi l’escalation di estremismi islamici di varia natura (oltre ovviamente la traiettoria dell’ISIS), che hanno radicalizzato la popolazione siriana e irachena (e non solo), rendendo la vita ai cristiani impossibile; poi le crisi umanitarie e, come se non bastasse, il terremoto del 2023 e ora la guerra Israele-Hamas. Ciò spiega perché troviamo la Siria tra le nazioni con persecuzione estrema (12° nel nostro ranking), Iraq (16°), Giordania (48°) e Turchia (50°) con persecuzionemolto alta.
C'è nelle persecuzioni un attacco più forte rispetto ai generi (Donne ad esempio) e d'età (bambini ad esempio)?
Come dicevo, produrremo un nuovo report sulla persecuzione specifica di genere a marzo che avalla esattamente quanto allude nella sua domanda: esistono tipicità di genere nel modus operandi dei drivers della persecuzione. Dunque, secondo la nostra ricerca 2023, la persecuzione religiosa colpisce uomini e donne in modo diverso ed è endemica, strategica, si presenta come una rete di forze che intrappolano la persona.In natura, le ragnatele vengono tessute e posizionate con l'unico scopo di catturare le prede. I fili sottili, intricati e sapientemente interconnessi, creano una rete complessa che intrappola. Più la vittima tenta di scappare, più rimane impigliata. Nella persecuzione funziona allo stesso modo. Ogni pressione o minaccia da sola può essere come un sottile filamento, che si presenta in modo ingannevole o quasi irrilevante a volte. Combinate insieme, sono terribilmente efficaci.
Per le donne la violenza sessuale, il matrimonio forzato, la violenza fisica e la riduzione a schiavitù, uniti alla minaccia di violenza fisica e al controllo dei cellulari, sono punti pressione che intrappolano la donna in una ragnatela soffocante. Gli uomini e ragazzi, invece, rischiano di essere rapiti, imprigionati, picchiati, esposti a false accuse o costretti a unirsi a milizie o bande criminali.

Lo ripetiamo ogni anno: è difficile raccogliere dati certi sul numero di vittime di stupro e abusi a causa della fede: in molti paesi le denunce sono rare, per ragioni culturali e sociali. Tuttavia, un dato minimo di partenza, secondo le nostre stime incrociate con testimonianze raccolte, è 2.622 (erano 2.126 l’anno scorso), a cui si sommano oltre 609 matrimoni forzati. Questi sono la punta di un iceberg ben più imponente. La vulnerabilità domestica colpisce specificamente le donne e i bambini appartenenti alle minoranze.
Quali le sfide e prospettive del futuro di chi lotta contro le persecuzioni?

In primis la libertà religiosa è un diritto orfano della Dichiarazione Universale dei diritti umani, ossia è assai poco ambita e ricercata, pare che i leader dei paesi membri dell’ONU non siano ancora maturi per un dibattito vero su questo argomento. Meriterebbe una più articolata risposta, ma la premessa essenziale è fotografare la realtà: la libertà religiosa ai cristiani è negata in 78 paesi che fanno partedelle Nazioni Unite. La prima difficoltà è dunque questa: riconoscere la libertà religiosa come fondamentale per l’essere umano e propedeutica al progresso umano, sociale ed economico.
Aggiungo la persecuzione digitale, con l’avvento dell’intelligenza artificiale applicata al monitoraggio dei cittadini, desta molte preoccupazioni: non solo la difficoltà di spostamento di fondi e risorse, ma anche le persone sono sempre più monitorate e, il caso Cina è emblematico, sottoposte a pressioni in caso di comportamenti non in linea con autorità più o meno democratiche. Il modello cinese di sviluppo senza diritti e forte controllo (digitale) della vita del cittadino fa proseliti in Asia, in America Latina e in Africa, la qual cosa preoccupa da molti punti di vista.
Infine, semplificando direi la crisi interna al mondo islamico, che non sembra “sapersi risolvere”: 10 dei 13 paesi che mostrano un livello di persecuzione e discriminazione definibile estremo (segnalati in rosso nella nostra WWL), presentano l’oppressione islamica come fonte di persecuzione principale.Parlo di nazioni come Somalia (2°), Libia (3°), e Yemen (5°), dove la persecuzione è connessa a una società islamica tribale, all’estremismo attivo e all’instabilità endemica di questi paesi, ma anche Nigeria (6°) e Pakistan (7) ai massimi livelli di violenza, e poi Sudan (8), Iran (9), e Afghanistan (10) dove i talebani sono convinti di aver debellato la presenza cristiana, e infine Siria (12) e Arabia Saudita (13), altri 2 paesi dove l’oppressione islamica è sempre fonte principale.

 

(Difensaonline)

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