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Scritto da C. Myriam Maglienti | Categoria: Cultura


“Fin dal seno di mia madre il Signore ha pensato a me e mi ha chiamato per nome” (Isaia 49,1)
Ogni seme che germoglia, ogni creatura che viene messa al mondo, ogni cuore che pulsa è un piccolo e spesso non compreso Miracolo.
Dietro questo atto di naturale Grazia si cela un mistero fittissimo, avvolto dal timore di qualche evento avverso in grado di mettere in pericolo la vita del nascituro o della madre. L’attesa, l’arrivo, la venuta rappresenta un’occasione di (ri)avvicinamento della coppia stessa fra loro ma anche a Dio.


Ciò che può rendere tortuoso anche l’atto più dolce che ci sia, quale il nascere, è sicuramente la malattia, specie se colpisce una figlia nel pieno dei suoi anni infantili.
La storia che andremo a raccontare e che vi accompagnerà nel corso dei successivi articoli vi farà conoscere Serena, figlia concepita da Maria Capostagno e Accursio Chiarello, ma in primis figlia amante del Padre Eterno e della Santissima Trinità.
Come fosse un antico presagio, l’arrivo di Serena viene preannunciato nella notte del 4 novembre 1986.
Maria, madre della piccola, ricorda bene quella notte d’inverno: « il vento sembrava gridar forte nelle gelide stanza della sala parto di Sciacca (AG); la pioggia veemente, accompagnava il grido dello stesso soffio e i tuoni rimbombando minacciosi, lasciavano svolgere una guerra infida tra il Cielo e la Terra». Una lotta dunque, una contesa, una necessaria sfida per mamma Maria e papà Accursio.

Così rumorosa e limpida arriva Serena.

Spesso lo stesso nomen (il nome) ha il carattere distintivo di identificare il portatore dello stesso, in questo caso Serena! Cosi venne chiamata, colei che oltre alle personalità fisiche di dolcezza e purezza, in cosi poco tempo, forgiò le caratteristiche essenziali della sua personalità: mite e quieta.
Infatti, non trascorse molto tempo da quando Serena riuscì a farsi amare non solo dai familiari. Chiunque incrociasse lo sguardo di Serena aveva la sensazione di percepire gioia e pace, Grazia e Spirito Santo, saggezza e Sapienza. Doni, senza dubbio, che vanno al di là di una semplice bambina di qualche anno.
La spensieratezza di una famiglia viene troncata dai lamenti della piccola fanciulla.
I genitori ricordano: «Inizialmente, non abbiamo dato importanza ai lamenti, ai dolori che ci confessava di avere alle gambe. Pensavamo fossero dovuti al tragitto che ogni mattina percorreva da casa all’asilo. Dopo qualche mese ai dolori alle gambe si aggiunse l’incapacità di camminare. Quasi una paralisi. Eppure, i numerosi controlli medici, non ci allarmavano sulla salute di nostra figlia.
Oltre il fastidio alle gambe si aggiunse l’inappetenza e i giramenti di testa. Anche in questo caso pensammo fossero conseguenze della varicella che Serena aveva fatto qualche settimana prima.
Ma Serena non era più la bambina di sempre».

Cosa stava succedendo? Dov’era finita la carica di vitalità che solo lei riusciva a trasmettere a tutta la famiglia?
L’aspetto di Serena inganna anche i medici di Palermo … Quell’aspetto sano e gioioso, capace di intrattenere discorsi di alto rango anche con i dottori, cela in se una grande sofferenza mai enunciata.
Dopo un controllo oculistico a seguito di uno sdoppiamento della vista all’occhio sinistro, l’oculista richiede urgentemente di trasferire Serena all’ospedale di Palermo per eseguire una TAC.

Questo fu l’inizio della Croce.

Restate e continuate a leggere il prossimo articolo, Serena ha molto ancora da raccontarvi.

 

 

 

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