Scritto da Marilena Picci | Categoria: Cultura | Pubblicato il 08/12/2023
Il fonte battesimale è il luogo in cui avviene il sacramento del battesimo, e dunque dove si avvia il fedele alla vita cristiana. Esso ha pertanto un valore germinale anche nella concezione dello spazio liturgico. La nota pastorale della Conferenza Episcopale Italiana “L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica” riporta nel dettaglio il ruolo di questo elemento all’interno degli ambienti sacri.
“Nell’ambito di una chiesa, oltre agli spazi per la celebrazione eucaristica, sono da valorizzare i “luoghi” destinati alle altre celebrazioni sacramentali, ciascuno con i propri valori simbolici, la propria carica di memoria, le proprie caratteristiche iconografiche. Fra tali “luoghi”, nelle chiese cattedrali e nelle chiese parrocchiali, delle quali sono elementi qualificanti, vanno considerati il battistero e il fonte battesimale. […]
I battisteri e i fonti battesimali esistenti, nella maggior parte del casi, sono opere di grande importanza storica e artistica e comunque sono segni di inestimabile significato religioso e affettivo, poiché hanno contrassegnato l’esistenza di molte generazioni di cristiani. Gli eventuali interventi di adeguamento, perciò, vanno studiati ed eseguiti con grande rispetto e delicatezza, in modo da non alterare il patrimonio d’arte e storia e non comprometterne il valore memoriale e il messaggio spirituale.”
Dalla Nota pastorale “L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica”(1996)
Per chiarire come questo elemento liturgico si sia sviluppato nell’architettura contemporanea, analizziamo qualche esempio che ci aiuterà a riconoscerlo all’interno di ogni ambiente ecclesiastico.
Nella Chiesa di Massimiliano Kolbe a Bergamo (Arch. Vittorio Gregotti – 2006), il fonte è ottagonale e un cerchio sospeso ne evidenzia la presenza. Si trova a sinistra dell’ingresso della chiesa, in uno spazio che risulta aperto e ben individuato anche grazie alla disposizione delle panche, mantenute a una certa distanza. La composizione, con una pedana in pietra bianca e la ruota sospesa, genera, pur tra forme dilatate in orizzontale, una tensione verticale interpretabile come immanenza e trascendenza, la terra e il cielo: segna il luogo in cui lo Spirito dona la grazia alla persona. Per quanto sia ben visibile a chi entra e a chi esce dalla chiesa, è in posizione defilata rispetto all’altare; costituisce una presenza importante, un segno evidente ma lontano dal protagonismo dell’altare per quanto a esso non estraneo.
Nella chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo, progettata da Renzo Piano (2004), il fonte battesimale è realizzato, riprendendo l’antico rituale dell’immersione, come una vasca, anche in questo caso di forma ottagonale. Il richiamo all’antico è riscontrabile anche nella collocazione dell’elemento, esterno all’aula liturgica, essendo il battesimo la “porta” che immette nella chiesa. Fino all’alto Medioevo (I-XI sec. D.C.), infatti, soltanto dopo il rito, il battezzato poteva entrare in chiesa e, dunque, il sacramento veniva celebrato all’interno di un apposito edificio prospicente la cattedrale, detto battistero.
Nella chiesa (battistero) dei Santi Pietro e Paolo in Eisleben (Germania), ristrutturata tra il 2010 e il 2012 dallo studio AFF-Architekten di Berlino come “centro battesimale”, ritroviamo la coesione di un fonte per neonati e di una vasca a pavimento. Si nota il chiarore generale dello spazio, favorito dai marmi bianchi, e il tentativo del progettista di adeguare uno spazio sacro antico (conservandolo e valorizzandolo) ad un rinnovamento liturgico.
La sfida contemporanea è riassumibile esattamente come la ricerca di una soluzione capace di raggiungere l’adesione della comunità al rito (la partecipatio actuosa), senza abbandonare l’inventiva architettonica e la tradizione liturgica.
In ogni sperimentazione e creazione architettonica, il fonte battesimale non deve comunque essere un accessorio secondario, ma il simbolo di ciò che è un cristiano, cioè un “risuscitato”, un rinato nello Spirito.