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Scritto da Maria Grazia Labellarte | Categoria: Cultura  |  Pubblicato il 03/08/2024

Nel lontano 2009,   l' Avvenire a riguardo della Lingua Italiana Segni scriveva : " Le mani sono le loro parole e si rimane incantati nel vedere come, con i gesti, riescano a cantare  insieme alle altre voci del coro " .  E poi continuava " anche i non udenti sono parte della Chiesa, chiamati in modo attivo e con il proprio linguaggio ad essere annunciatori della Parola di Dio".

La Lingua dei Segni Italiana (LIS) è una lingua naturale, con una propria struttura grammaticale e lessicale, utilizzata dalla comunità sorda in Italia. Non è semplicemente un sistema di gesti ma un linguaggio vero e proprio, con una storia e un'evoluzione propria, un mondo proprio.

Si calcola che le origini della LIS si perdono nel tempo,  forse nata in modo indipendente da altre lingue dei segni, probabilmente durante il periodo medievale, quando le persone sorde erano spesso riunite in comunità specifiche, ma ciò rientra in ipotesi.  Si sa però  che l' uso di segni per la comunicazione tra persone sorde era già presente in epoca romana, come testimonia la presenza di immagini di segn isu monete e sculture.

Tuttavia, giá nelle antiche leggi ebraiche che troviamo il primo provvedimento scritto per la tutela dei sordi, l'antico "Talmud" (raccolta ebraica dei testi rabbinici del II sec.); è il primo documento in assoluto che afferma la possibilità per i sordi di una istruzione: "non vogliate annoverare il sordo e il muto  come individui privi di responsabilità morali, poiché essi possono essere istruiti e fatti intelligenti…"

Non mancano comunque nella letteratura latina resoconti dell'incontro con dei sordi intelligenti: il primo caso accertato nella storia dell'esistenza di sordi che abbiano ricevuto un qualsiasi tipo di istruzione è quello di Quintus Pedius, citato da Plinio il Vecchio nel suo "Naturalis Historia".

Le  chiare testimonianze di un sistema comunicativo basato sui segni, si devono, tuttavia, all'abate francese Charles Michel de l'Epée, che nel 1700 fondò il primo Istituto per sordi in Francia destinato a tutti. Molti educatori studiarono nella scuola dell'abate per apprenderne il metodo.

Successivamente nel secolo XIX, furono aperti Istituti per sordomuti in diversi Stati della nostra  penisola. Le informazioni erano tenute dai sacerdoti preposti, appunto,  all'educazione dei non udenti. I sacerdoti godevano di una maggiore mobilità tra Stato e Stato in quanto  le succursali dei vari Ordini Religiosi erano presenti nei vari Stati. Negli Istituti veniva utilizzata la lingua dei segni nella trasmissione dei contenuti scolastici ed erano presenti anche alcuni insegnanti con disabilità uditiva.

La maggiore presenza di Istituti è facilmente individuabile nei territori che facevano parte dell'Austro-Ungarico Regno Lombardo-Veneto, del Regno di Sardegna, dei Ducati e della parte settentrionale ed orientale degli Stati Pontificio.

Negli ultimi decenni, la LIS ha continuato ad evolversi, arricchendosi di nuovi segni e adattandosi ai cambiamenti sociali e tecnologici.

Oggi, la LIS è riconosciuta dalla legge come lingua ufficiale della comunità sorda.

Il 19 maggio 2021  la Camera dei deputati ha concluso l’iter di conversione in legge del cosiddetto “Decreto sostegni”, al cui interno è inclusa una norma, dal titolo Misure per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e l’inclusione delle persone con disabilità uditiva, che riconosce appunto la LIS. Ad oggi molte diocesi italiane stanno promuovendo la LIS durante la Santa Messa  quell'appunto «cantare» insieme alle altre voci del coro, nel Nome di Gesù.

 

Editoriale

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    Santa Teresa, suora di clausura diventata patrona delle missioni nel 1927, vibrava dell’amore di Gesù Cristo e il suo più grande sogno era quello di diventare missionaria in tutte le realtà della Chiesa e in tutte le parti del mondo. Ascoltiamola:

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