Scritto da Giovanni e Laura Lentini | Categoria: Formazione | Pubblicato il 27/11/2023
Laudato si’, mi Signore per sora aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
I nostri (bis)nonni non avevano l’acqua corrente in casa, nessuno l’aveva nel Salento, nella prima metà del ‘900. L’azione, per noi automatica, di aprire il rubinetto e far scorrere l’acqua mentre spazzoliamo i denti era a loro ignota. Quelle poche ore che, per guasto o per la necessaria pulitura periodica dei serbatoi, l’acqua non c’è… che angoscia! Siamo consapevoli della nostra fortuna di essere nati in questo tempo nella parte di mondo benestante? Abbiamo raccolto le considerazioni di tre giovani studentesse pugliesi, tutte grate a nostra sorella (‘sora’) acqua.
Martina (20 anni, universitaria del Corso di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche) fa notare che “San Francesco elogia il Signore (‘Laudato si’’) proprio per averci donato l’acqua, di cui non possiamo fare a meno, senza la quale, la vita non esisterebbe. E se non basta questo a farci comprendere l’importanza di tale sostanza, possiamo pensare all’Universo: l’unico pianeta noto per avere acqua in tutte le sue forme fisiche è la Terra”.
L’acqua per uso umano è ‘casta’. Ancora Martina ci invita “a pensare al reale significato della parola ‘casta’ = pura, segno di limpidezza, di trasparenza, proprio come una sorella che non ha segreti e ci protegge da ogni male. È proprio così, l’acqua ci protegge da ogni male. Basti pensare al sacramento del battesimo, primo momento in cui un bambino entra a far parte della comunità cristiana. Simbolicamente il neonato viene immerso, cosparso di acqua santa, simbolo di purezza, con lo scopo di cancellare il peccato originale, rappresentazione del male”. Anche per Beatrice (22 anni, universitaria del Corso in Scienze della Formazione Primaria) l’acqua è come una sorella perché “nella sua semplicità si dona ininterrottamente per la nostra vita e si prende cura di noi senza riserve”. L’acqua è ‘pretiosa’ ma ‘humile’: non si fa vanto anzi, si lascia sciupare. Francesca (18 anni, al quinto anno nell’Istituto Tecnico Commerciale) è colpita proprio dal contrasto “tra l’umiltà dell’acqua e la sua estrema importanza”.
Dovremmo, infine, ricordare sempre, con Martina, che “nulla è dovuto e la dimostrazione è la scarsità di acqua in diverse popolazioni, che ne soffrono la mancanza, talvolta in maniera eccessiva, da non permettere di vivere una vita dignitosa”. “Ogni nostro gesto fa la differenza e ha delle conseguenze, spesso chiediamo troppo e non diamo nulla in cambio. Esempio emblematico dell’egoismo umano è la mancata tutela dell’acqua” (Beatrice). L’acqua, invece, “offre tutta se stessa pur di far stare bene l’altro” (Francesca).
Qualcuno sostiene che il conflitto tra ebrei e palestinesi, alla fin fine, sia un conflitto per l’acqua. E allora sprecare l’acqua è disprezzare il dono, indulgere all’egoismo, allontanare la pace.