Scritto da Giovanni e Laura Lentini | Categoria: Formazione | Pubblicato il 03/04/2024
Dall’inverno 2020, quello del primo COVID, la popolazione canina del mio paese è decisamente aumentata; in genere, cani di piccola taglia. A dispetto del loro ruolo antonomastico ― ‘da compagnia’ ― sono oggi per lo più abbandonati in solitudine, per ore, negli appartamenti e sui balconi. Sviluppano così sonori segni di sofferenza psichica, ammesso che l’aggettivo si possa propriamente utilizzare per i cani (ψυχή anima): abbaiano dalla mattina alla sera. Il Natale ci ha suggerito di riconciliarci con questi disturbatori della quiete pubblica. Perché? Be’, la tradizione cristiana pone due animali tra gli esseri viventi vicini al Salvatore bambino e così ci ricorda che tutta la Creazione era in attesa di Gesù e tutta volle assistere alla Sua venuta. Anzi, il bue e l’asinello, e forse animali da cortile e ― perché no? ― cani furono più solleciti di tanti uomini che continuarono in quella notte, e continuano oggi, a pensare alle proprie faccende.
Scritto da p. Lorenzo Farronato MCCJ | Categoria: Cultura | Pubblicato il 25/03/2024
Nel deserto gli israeliti sentono i morsi della fame e dicono: “Fossimo morti per mano del Signore nel paese d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà!” Il Signore ha pietà di loro e dice a Mose: “Ecco io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccogliere ogni giorno, la razione giornaliera, perché io lo metta alla prova per vedere se cammina secondo la mia legge o no…”
“Al mattino vi era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superfice del deserto vi era una cosa minuta e granulosa, minuta com’è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: “Man hu?” (che cosa è?) perché non sapevano cosa fosse. Mosè disse loro: E’ il pane che il Signore vi ha dato in cibo” . (Es. 16,2-ss)
Scritto da Ivano Sassanelli | Categoria: Cultura | Pubblicato il 19/03/2024
In questa terza parte del nostro percorso all’interno dell’animo umano, risulta opportuno trattare di un tema molto importante, soprattutto nell’attuale contesto sociale: “l’altrove degli innamorati”.
Infatti, il mistero della passione, morte e resurrezione di Cristo coinvolge direttamente anche gli affetti, i sentimenti, la vita coniugale e il desiderio radicale che è insito in ogni creatura umana di “amare ed essere amati”.
Tutto è illuminato dal sole di Pasqua e anche l’amore umano rifulge dell’Amore divino che Cristo ha donato al mondo: lo Spirito Santo.
Infatti, l’innamoramento umano, se viene vissuto come una somma di “due solitudini” che si incontrano, diventa, di per ciò stesso, solo una “grande solitudine”. Se, invece, si apre al mistero di Dio e dell’altro, esso si tramuta nel punto più alto della Creazione e dell’immagine e somiglianza con Dio.
Cristo “ha elevato” al cuore di Dio proprio l’amore umano facendolo diventare, per coloro che sono stati rigenerati nell’acqua del battesimo, il segno visibile – il sacramento per l’appunto – dell’unione invisibile di Cristo con la sua Chiesa.
Perciò risulta importante comprendere cosa sia e in cosa consista questa “elevazione” provocata dal mistero del Verbo incarnato.
Come punto di partenza è necessario far riferimento a ciò che nasce tra due innamorati. Il rapimento estatico dell’innamoramento è la prima tappa che contraddistingue la loro vita. Proprio tale rapporto, nel corso del tempo e con una più profonda conoscenza, è ciò che si traduce e trasforma in reciproca stima, fiducia e matura complicità.
Scritto da Rodelio I. Mapula | Categoria: A proposito di noi | Pubblicato il 08/03/2024
“For just as each of us has one body with many members, and these members do not all have the same function, so in Christ we, though many, form one body, and each member belongs to all the others.” (Romans 12:4-5)
The concept of community originates from God's very nature, which is the communion of the Father, the Son, and the Holy Spirit, the three divine persons of the Blessed Trinity. For this, man is called to join this universal fraternity by developing a close relationship with himself and by engaging in interpersonal communion (Fraternal Life in Community, 9). To live in communion with Jesus, to share his life and destiny, and to be a symbol of the life and communion he started, the religious community becomes an expression of this ecclesial communion (FLC, 10). In order to be able to recognize the signs of the times and adapt to new ways of living out this one single communion, the Apostles of Jesus Crucified of Davao Community in the Philippines strive to be raised and enlightened by the Word of God.