Scritto da Giovanni e Laura Lentini | Categoria: Formazione
“Non vogliamo figli perché ci preoccupa farli vivere in questo mondo”. Credo di ricordarla bene, a distanza di circa 40 anni, la giustificazione di una coppia sterile per volontà. Deve avermi sconcertato un bel po’, se ancora non l’ho dimenticata. Noi pensiamo che, se il mondo non è bello (ma per noi lo è), allora siamo noi adulti che non abbiamo fatto abbastanza per migliorarlo e se speranza di miglioramento c’è (e noi crediamo che ci sia), be’ allora starà ai nostri figli, ai giovani realizzarla.
Scritto da Mara De Filippis | Categoria: Formazione
Nel gennaio 2017, in preparazione al Sinodo dei Giovani che si sarebbe celebrato nel 2018, Papa Francesco ha indirizzato una lettera ai giovani di tutto il mondo, nel cui finale così si esprimeva: “Un mondo migliore si costruisce anche grazie a voi, alla vostra voglia di cambiamento e alla vostra generosità. Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità”. A queste intuizioni, aggiungeva una citazione di san Benedetto da Norcia che nella Regola sottolinea: “Spesso è proprio al giovane che il Signore rivela la soluzione migliore” (Regola di S. Benedetto III, 3).
Scritto da Vito Fascina | Categoria: Formazione
1. Testimoni del discernimento
Roberto Fusco, autore di “Dio è bello (da morire)”, edizioni San Paolo, ci conduce in un itinerario ascetico, con una finalità meravigliosa: riscoprire la nostra infanzia spirituale, allenando la nostra mente, il nostro cuore e le nostre mani al contatto personale e comunitario col Padre.
Mosè, Guglielmo di Saint-Thierry, Caterina da Siena, Teresa di Lisieux, Francesco d’Assisi, non tralasciando Angela da Foligno e Suzanne Vega, cantautrice americana dei nostri giorni, sono esploratori privilegiati dell’esperienza mistica, dello sguardo che si fa lieve e silenzioso, per lasciare spazio all’Amore.
Ecco che riflettendo su Mosè sorge un grande quesito di senso, come un delineatore per strade di montagne: “Perché questa esperienza sembra essere riservata a così poche persone, quasi debbano rappresentare un’élite di pochi divinamente prescelti che tengono per sé questo dono segreto e inaccessibile ai più?”.
Si apre a raggiera un sentiero, un percorso, affluenti di pensieri e di vite reali, che partono da affermazioni successive: “Dio vorrebbe dare a tutti uno sguardo contemplativo, capace di leggere la realtà come lui stesso la vede: è quello sguardo, per esempio, di cui sono arricchiti i puri di cuore (cfr. Mt 5,8) – di cui Gesù parla nelle beatitudini --, perché essi sono in grado di vedere Dio in ogni piega della loro esistenza. Il punto è che, per ottenere questo sguardo contemplativo, è necessario che i nostri occhi imparino a vedere realmente: e perché questo avvenga è necessario che siano puliti e purificati da tutte una serie d’incrostazioni, di filtri e di paraocchi che ci impediscono di vedere davvero”.